Lecce e il suo barocco


La storia di Lecce: Capoluogo di una provincia con ben 97 Comuni, Lecce è situata nel cuore della penisola salentina, a 12 Km dalla costa adriatica e a 25 da quella ionica.

Le sue origini risalgono all'età dei Messapi (lo confermano reperti del V e IV sec. a.C.) quando, come riferisce lo scrittore greco Pausania, il suo nome era Sybar; divenne Lupiae dopo la conquista romana del III sec. a. C. Fiorì come municipio in epoca Adrianea nel II sec. d.C. e venne arricchita di un teatro, di un anfiteatro e collegata al Porto Adriano (oggi San Cataldo). Come tanti centri, Lecce decade dopo la caduta di Roma anche perché i Bizantini favoriscono l'ascesa di Otranto che impone il proprio nome all'intera aerea (la Terra d'Otranto).

Riacquista importanza con l'arrivo dei Normanni; diventa contea nel 1069 e vi si cominciano ad insediare ordini religiosi con il preciso scopo di combattere l'egemonia culturale di Costantinopoli. Alla munificenza di re Tancredi, figlio di Federico II, si deve l' erezione della chiesa dei SS. Nicolò e Cataldo che sorge un po' fuori dell'abitato. In seguito gli Angioini, attraverso le potenti famiglie dei Brienne, degli Enghien e degli Orsini Del Balzo, le fecero superare gli angusti confini locali aprendola ai commerci con la potente Repubblica di Venezia. Sotto gli Aragonesi, nel XVI sec., con Carlo V che la munì di importanti fortificazioni, la città assunse il rango di capoluogo della Terra d'Otranto e alla fine di quel secolo era la più popolosa città della Puglia.

Espressione di questo periodo e di quelli immediatamente successivi, quando, dopo il Concilio di Trento, nella città si insediarono i potenti ordini controriformati (Teatini, Gesuiti ed altri), è il trionfo del "barocco leccese" che caratterizza gran parte delle costruzioni del centro storico: palazzi , chiese, conventi. Un barocco particolare e irripetibile, reso unico dalla caratteristica della locale "pietra leccese", tenera e docile, versatile, duttile, disponibile ad ogni intaglio, ad ogni arabesco, vasi di fiori e frutta, chimere e centauri, incredibili ceselli, colonne tortili, bizzarre cariatidi; dotata di un colore caldo, quasi dorato, rosa alla luce del tramonto.

Il complesso unitario di tali tesori artistici hanno valso a Lecce l'appellativo di "Firenze del Barocco", coniato nel XIX sec. dallo storico tedesco Gregorovius. Il presente vede, fuori dalle mura, una città architettonicamente anonima ma pulsante di attività commerciali intorno allo splendido centro storico a cui la limitazione del traffico cittadino ed il fervore dei restauri permettono di conservare intatto il fascino aristocratico e discreto.


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Chi venendo da Lecce ha subito una forte emozione vedendo Gallipoli.

Gallipoli appare in un'atmosfera di magico incanto, con la sua costa frastagliata, e la parte antica interamente costruita su di un'isola.

La storia di Gallipoli: Ai margini dell'antico ghetto ebraico, è la chiesa di Santa Maria del Canneto, sorta nel XIII secolo in seguito al ritrovamento di un'immagine della Vergine nel canneto situato in una zona nei pressi del porto, all'epoca zona paludosa.

L'edificio, appartenente all'abbazia di San Leonardo della Matina dell'Ordine dei Cavalieri Teutonici di Santa Maria Vergine di Gerusalemme, venne distrutto nel 1502 durante l'assedio dei francesi a Gallipoli e ricostruito subito dopo. Tra il 1660 e il 1696 venne riedificata su modello della Cattedrale e restaurata nel 1735.

Presenta una facciata a capanna preceduta da un portico; a pianta longitudinale, è divisa in tre navate da colonne tuscaniche che sostengono archi a pieno centro. Lungo i muri interni della navata centrale corre un cornicione continuo a metope e triglifi.

Il soffitto cassettonato della navata centrale fu completato nel 1707; le navate minori presentano volte a squadro.

Il Seminario venne eretto intorno al 1752 su progetto di Adriano Preite da Copertino e consacrato nel 1760. Realizzato in conci regolari di carparo è di pianta quadrangolare con facciata articolata in tre piani caratterizzata a piano terra dall'aggetto del portale architravato con fastigio recante uno scudo tra volute.

Le finestre presentano cornici flessuose e vistosi segnadavanzale. L'edificio sarà sede, a conclusione dei lavori di restauro in corso, del Museo Diocesano.

Fonte:
www.salentoaffitti.it
www.salentoinvacanza.it

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Attualmente è in fase di restyling anche il sito http://www.salentoaffitti.it/ per renderlo ancora più accessibile e facile da navigare.

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